Privacy: le dichiarazioni del Componente del Garante Dott.Ghiglia al 64° Congresso Federpol
Nella sessione mattutina del 64° Congresso Federpol, il Presidente Luciano Tommaso Ponzi, introduce l’intervento del Dottor Agostino Ghiglia, Componente del Garante per la protezione dei dati personali. “L’intervento del relatore è di fondamentale importanza per gli investigatori privati – afferma il Presidente – delicato tema sul quale la categoria vuole schierarsi a difesa, ma d’altro canto ha indotto alcune limitazioni di difficile comprensione che esigono chiarimenti, al fine di togliere quelle limitazioni di pubblica attività che precludono l’azione degli investigatori privati ostacolando di fatto l’obiettivo comune per la ricerca della verità”.
Il Dottor Agostino Ghiglia è Componente del Garante per la protezione dei dati personali dopo aver ricoperto il ruolo di Consigliere comunale a Torino dal 2001 al 2005, divenuto deputato nel 2008, seguitamente nel 2013 ha lavorato come assessore alla Regione Piemonte preposto all’Energia, all’Innovazione ed allo Sviluppo, dal 2014 al 2020 è stato amministratore delegato di Nextrain srl.
Privacy: “forma di libertà quotidiana”
Il Componente del Garante apre il suo intervento affermando e condividendo con i presenti al Congresso la necessità di riaprire l’interlocuzione con il Garante al fine di avere una concezione della privacy che al giorno d’oggi deve essere moderna, ecco le parole del Dottor Ghiglia che rivolgendosi alla platea del Congresso dichiara: “La privacy non è la terza firma su un modulo, non è un appesantimento burocratico, la privacy, ossia la protezione dei dati personali è una delle forme della nostra libertà quotidiana: se tutti abbiamo questa consapevolezza, quel nome antipatico, che rappresenta normalmente la terza firma su un modulo, la si puo’ vedere in maniera diversa, da un lato come lavoratori di un settore, ma dall’altro come cittadini normali.”
Il Dottor Ghiglia continua il suo intervento definendo la privacy come una percezione modulare che si accompagna allo sviluppo di una giornata. L’introduzione alla comprensione di questa complessa e delicata legge da parte del Componente del Garante prosegue con alcuni esempi: “Se abitassi in un quartiere a rischio, sofferente e mal frequentato, ove la sera con meno luce il crimine si annida, invocherei più telecamere. In altro caso, da cittadino che potrebbe abitare in altro quartiere, sarei infastidito e spaventato che un Comune acquistasse delle videocamere, per così dire evolute, che vanno a studiarmi la pupilla o lo stato di dilatazione del poro, così come avviene in Cina nei confronti della minoranza degli Uiguri. Per cui da questo poro e da questa dilatazione della pupilla si può presumere che io sia intenzionato male o bene nei confronti della società, nei confronti di un terzo, nei confronti di un’attività. Queste percezioni che abbiamo della privacy ci devono far pensare anche all’approccio che si può e si deve avere, a mio modesto avviso, nei confronti della legge e delle regole.”
Privacy, sicurezza e libertà
Il Dottor Ghiglia ha poi parlato di profilazione, in relazione ai cookies sui siti web e all’accettazione necessaria, per introdurre l’argomentazione complicata della personalizzazione della legge che riguarda anche la nostra sicurezza e quindi la nostra libertà: “A volte ci si trova a cliccare sul pulsante di accettazione delle privacy presente sui siti web, ma ci si espone ad attivare varie attività di tracciamento non per forza implicate nel nostro intento di consultazione di quel preciso documento”. L’esempio riportato dal Componente del Garante ha la finalità di valorizzare il concetto che ogni parte in causa ha il proprio approccio alla privacy e non un approccio collettivo, ossia un approccio corporativo, un approccio settoriale, indubbiamente tutto questo potrebbe essere considerato comprensibile e legittimo in quanto è corretto rappresentare le proprie esigenze ed i propri interessi, ed è comprensibile che si combatta affinché vengano meglio tutelati, d’altro canto questo eccesso di settorializzazione del concetto di privacy qualche volta fa perdere di vista quello che è l’interesse collettivo supremo, che riguarda la libertà dell’individuo. E’ importante la protezione dei dati personali, il diritto alla riservatezza, ma è altrettanto importante il diritto alla sicurezza che è un’altra delle forme di libertà.
Dott. Ghiglia prosegue in merito alla sicurezza dell’individuo: “Cito la sicurezza in relazione al dibattito sulle videocamere e le body cam collegati a sistemi di intelligenza o di deficienza più o meno artificiali. Sono dei sistemi assolutamente imperfetti che vanno guidati da leggi dettagliate, ideate con grande ponderazione e rispetto ai diritti in gioco, e che in seguito possono rappresentare uno degli elementi di attività o di difesa all’interno di una società”.
Il tema della sicurezza è stato introdotto dall’autorevole relatore del Congresso Federpol in relazione alle iniziative dei Comuni che investono sulla sicurezza acquistando videocamere di varie tipologie – il relatore tiene a sottolineare che il software di queste videocamere normalmente proviene dalla Cina – considerando che in Europa la protezione dei dati personali, della riservatezza e della libertà è un valore, mentre in altri paesi è un disvalore, in quanto viene visto come un ostacolo alla sicurezza o al controllo di massa, si tratta forse di una delle possibilità distopiche, ma molto reali legate ad un eccesso di videosorveglianza globale.
In relazione all’argomentazione dedicata a comuni, privacy, sicurezza e body-cam ecco cosa afferma il Dottor Ghiglia: “Quando un candidato sindaco di una grande città, che nel suo programma elettorale, indica di voler passare da 230 telecamere a 6000, personalmente mi spavento.. perché anche se si tratta di una grande città, da cittadino non voglio, se non faccio nulla di illegale, che ausiliari del traffico o comunque un componente della polizia municipale, possa indossare una body-cam e possa filmare di tutto e di più, dai rifiuti alle persone, agli assembramenti, alle persone che entrano in chiesa, a quelli che partecipano al corteo politico, si pone in seguito il problema di chi poi vede questi filmati.. chi li conserva.. per cosa vengono utilizzati? Le regole imposte dalla legge sulla privacy, che talvolta possono sembrarci eccessivamente limitanti, in realtà sono regole ponderate al fine di avere un equilibrio che continui ad assicurare a 360 gradi la nostra libertà”.
Acquisizione video, profilazione e futuro caotico
Durante il suo intervento il Dott.Ghiglia introduce inoltre il fenomeno preoccupante dell’esponenziale utilizzo dei dispositivi di ultima generazione, anche incentivato dai social, per le riprese audio video. La diffusione dell’intelligenza artificiale, il machine learning, l’assistente vocale che acquisisce informazioni anche video, tramite dispositivi preposti, ha la finalità di profilazione; da remoto interfacciandosi con i social, diviene di fatto una realtà parallela ed un nostro compagno di vita quotidiana che puo’ minare la nostra sicurezza incidendo sulla nostra libertà individuale.
Nel suo discorso inerente questo delicato tema, il relatore del Congresso, accenna ad alcuni dei dispositivi che sono approdati sul mercato nell’ultimo periodo. Un esempio di questa tecnologia sono i Ray-Ban Stories, gli occhiali nati dalla collaborazione tra Facebook ed EssilorLuxottica arrivati da poco tempo anche in Italia, a prima vista sembrano dei classici Ray-Ban ma in realtà scattano foto, registrano video, permettono di far partire una telefonata ed ascoltare musica senza mani, con l’assistente vocale. Non è l’unica azienda nel settore dei social che si sta muovendo in questa direzione, citiamo ad esempio gli Snap Spectacles presentati al Partner Summit della controllante di Snapchat, il social utilizzato soprattutto da ragazzi anche di giovane età. L’ultima versione di questi occhiali o meglio dispositivi tecnologici dedicati allo sviluppo, hanno doppia camera, quattro microfoni e touchpad. Se poi andiamo su Amazon troviamo dispositivi di rilevazione audio video di ogni genere per pochi euro. Riportiamo le considerazioni in merito del Dott.Ghiglia dedicate a questa parte di intervento: “Tutto questo sta alimentando il tanto discusso Grande Fratello che unito a tanti milioni di video “fratellini” realizzati dalle persone, porterà ad un futuro caotico che esige una lettura in ottica più globale”.
La contraddizione della legge deve essere risolta
Al termine del suo intervento il Dott.Ghiglia ed in relazione alle difficoltà della categoria, conclude con una ulteriore apertura verso le problematiche degli investigatori privati in merito alla privacy: “Tutto è migliorabile, anche perché uno dei compiti del Garante è quello di fare segnalazioni al Parlamento e dove non può arrivare il Garante, perchè l’elasticità della norma ha un suo limite, può magari arrivare il Parlamento, prendendo maggiore e migliore consapevolezza di quella che è una tematica di settore che mi rendo conto essere estremamente importante, delicata ed in certi casi anche contraddittoria – continua il Componente del Garante della Privacy specificando la contraddizione – se il dato non lo assumo dal diretto interessato, in qualche modo non mi devo qualificare, se lo assumo dal diretto interessato mi devo qualificare, quindi questa distonia, che è anche irrazionale, in effetti può, e a mio avviso deve, essere risolta.”